Ragno

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  1. †Faith†
     
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    Ragno

    Il ragno è un animale che, per le sue caratteristiche, ha colpito e stimolato l'immaginario umano, entrando (spesso come una creatura leggendaria) nel folklore e nella mitologia di vari popoli.
    Tra le numerose attestazioni spiccano in particolare il mito di Aracne e il fenomeno del tarantismo.

    Come il serpente, anche il ragno alterna una simbologia positiva ad una negativa, in base a come le sue stesse caratteristiche (anatomiche, comportamentali, persino "psicologiche") sono state interpretate di volta in volta.

    Uno degli aspetti che ha maggiormente colpito l'immaginario umano è la laboriosità del ragno, unita a una grande precisione tecnica, che tale animale dimostra nel tessere la propria tela.
    Da ciò derivano molti miti (in primis quello greco di Aracne), in cui tali caratteristiche divengono il centro o, quantomeno, lo spunto della narrazione e - spesso - il fulcro del significato morale.
    Altro aspetto molto rilevante, questa volta in chiave negativa, è il pericolo potenziale rappresentato dal ragno, predatore, talvolta velenoso, che grazie alla sua tela - o, in alcuni casi, alla caccia - si procura il cibo per divorarlo ancora in vita dopo averlo paralizzato.

    Il ragno come simbolo positivo


    Il ragno creatore e portatore del fuoco: Al di fuori della cultura e mitologia occidentale, il ragno è visto da vari popoli come un essere creatore da cui ha avuto origine il mondo o come un benefattore dell'umanità per averle donato il fuoco (svolgendo in questo caso la stessa funzione del Prometeo greco, sebbene in modo del tutto indipendente).
    Nereau (il signore dei ragni), venerato nelle isole micronesiane Nauru, è l'esempio più tipico di ragno creatore nei suoi due aspetti di Ragno Antico (Areop-enap) e Ragno Giovane; nella versione diffusa nelle Isole Gilbert, in particolare, Ragno Antico crea il cielo e la terra da una conchiglia.
    Affine è il mito della donna-ragno Biliku, adorata nelle isole Andamane sia come creatrice sia come portatrice del fuoco.
    Presso gli Hopi del Nord America, una creatura molto simile di nome Kohyangwuti aiuta Sokutnang a creare gli esseri umani.
    In India invece, pur non essendo un animale creatore, il ragno è ugualmente legato all'universo in modo molto stretto: la perfezione millimetrica della sua tela rappresenta, infatti, l'ordine cosmico contrapposto al Caos.
    Il ragno, in questo caso, è dunque un simbolo ordinatore.

    Il legame dei ragni con il mito del fuoco è più diffuso e attestato rispetto a quello con l'origine dell'Universo.
    Nella mitologia africana, un uomo-ragno di nome Yiyi porta il fuoco dal cielo agli uomini, mentre in Nordamerica i Cherokee narrano in modo avventuroso come Kananeski Amaiyehi (un ragno d'acqua o argironeta) sia riuscito ingegnosamente a trasportare il fuoco in una ciotola.

    Il ragno totemico e benaugurante: Presso diverse popolazioni, il ragno - come molti altri animali - è preso da esempio in qualità di totem per le sue caratteristiche.
    Il caso meglio attestato e documentato è quello degli australiani aborigeni, per i quali
    « Il ragno esorta a non essere avidi, dimostrando con la sua tela che gli oggetti necessari possono anche essere belli e artistici. Inoltre, ci mette in guardia dall'amare troppo noi stessi. »
    (Marlo Morgan, E venne chiamata Due Cuori)

    Anche nello sciamanesimo, il ragno può rappresentare un totem, uno spirito-guida saggio che, lasciato temporaneamente il mondo dei morti, appare in visione ad un apprendista sciamano.
    La forma assunta, di solito, è quella di un nano, ma sono stati registrati dei casi (come dallo psicologo e antropologo inglese Brian Bates) in cui il nano stesso decide di assumere l'aspetto di una "creatura simile ad un ragno".

    In Cina, vedere un ragno ha invece un significato di buon augurio, talvolta codificato. -In alcune circostanze, ad esempio, può significare il "ritorno del figliol prodigo". L'abilità di liberare le case dagli insetti, spesso avvertita popolarmente come miracolosa, ha inoltre favorito una nomea positiva in alcuni contesti culturali europei.

    Il ragno magico e taumaturgico:

    In diverse culture, il ragno (oltre a essere un animale al limite fra realtà e immaginario) è anche una creatura cui vengono attribuiti dei poteri magici. Secondo i casi, esso diviene dunque uno sciamano, un guaritore, una porta e così via.
    In particolare, il potere taumaturgico del ragno è documentato in alcune "ricette" della medicina popolare. Secondo una di queste, ad esempio, per guarire dalla febbre (che in realtà è un sintomo, non una malattia) bisognerebbe spaccare una noce e chiudervi all'interno un ragno vivo, portando addosso l'amuleto per 48 ore .
    Secondo un'altra, attestata ad esempio nel Reggiano, far mangiare un ragno ad un infermo (purché ciò avvenga a sua insaputa) guarirebbe dalla malaria.
    Una pratica simile veniva consigliata anche alle donne lattanti che, al posto del chinino, erano invitate ad assumere ragnatele per evitare il contagio al proprio bambino durante l'allattamento.
    In generale, amuleti a forma di ragno o ricavati da esso sono ritenuti particolarmente efficaci.
    Nei vasi di farmacia in uso un tempo, era anzi un ingrediente immancabile - assieme a diversi altri - la tela di ragno.
    Inoltre, secondo l'alchimista Crollius, uccidere un ragno da cui si è stati morsi, schiacciandolo sulla ferita, sarebbe un antidoto infallibile contro il veleno immesso nel sangue dall'animale stesso, in accordo con la teoria generale di Athanasius Kircher per cui "il simile cura il simile" (deve trattarsi, però, del medesimo ragno, non di un altro esemplare della sua specie).
    A questo tema è legata la visione negativa del potere magico del ragno, evidente nel fenomeno del tarantismo.

    - Attributi magici simili a quelli della medicina popolare si riscontrano anche al di fuori del folklore, soprattutto in letteratura e nel cinema, a carattere (questa volta) non più antropologico ma di semplice "invenzione" per rendere più accattivante o misterioso il plot. In Supergirl - La ragazza d'acciaio (1984) di Jeannot Szwarc, un ragno intrappolato proprio in un guscio di noce è la "ricetta" per un filtro d'amore: nel momento in cui l'animale uscirà dalla sua piccola prigione, la vittima dell'incantesimo si innamorerà del primo uomo che avrà davanti agli occhi.

    - In un episodio della terza serie di Angel, un ragno magico è invece utilizzato da Lilah Morgan come password speciale per entrare in un'area riservata degli archivi elettronici della Wolfram & Hart; dopo averlo liberato da una scatola, lo adagia sulla tastiera rendendo così visibili le informazioni richieste.

    Il ragno come simbolo negativo


    Un mostro infido, paziente e velenoso:
    La simbologia negativa del ragno è attestata in ogni continente, sebbene risulti più radicata in Occidente e presso le popolazioni dei deserti.
    Deriva, con ogni probabilità, dalla paura atavica (e dunque preistorica) dell'uomo nei confronti di tale creatura.
    La consapevolezza che il suo morso - oltre ad essere spesso particolarmente doloroso - è anche in più di caso velenoso (se non mortale), deve aver ingenerato ben presto un'associazione immediata e inconscia tra l'aspetto dell'animale predatore e le conseguenze del morso stesso.
    Di qui l'equazione "otto zampe"="pericolo"="terrore/disgusto" fin nelle prime specie del genere Homo.
    A rendere più infido il ragno, devono inoltre aver contribuito la sua pazienza nell'attendere la preda, l'intelligenza dimostrata nelle varie tecniche di caccia (dalla ragnatela alle buche nascoste, al mimetismo), l'agilità e velocità nei movimenti.
    Tutti fattori che aumentano la pericolosità in un eventuale incontro con l'uomo.
    Questa visione, inizialmente istintiva e psicologica, diviene poco a poco parte integrante dei vari aspetti della cultura presso i popoli che la condividono.
    Ecco allora che il ragno acquista una sua fisionomia e un suo ruolo nella mitologia e nella religione.
    Molte popolazioni, ad esempio, prevedono rituali specifici per guarire dal veleno del ragno, oppure per placare o allontanare la creatura, vista in tal caso come una semi-divinità o una divinità vera e propria. S'inserisce in questo contesto il noto fenomeno del tarantismo.
    Col passare del tempo, anche in altri settori il ragno fa la sua comparsa, più o meno da protagonista, a partire da arte, letteratura e musica, fino alle attestazioni più recenti nel cinema e nella televisione.

    Il ragno gigante:
    Racconti, miti e leggende sui ragni giganti si inseriscono nel contesto più ampio del folklore legato ai mostri teriomorfi (o zoomorfi) affetti da gigantismo.
    Si tratta dunque, in generale, di aracnidi dalle fattezze simili o identiche a quelle di specie esistenti in natura ma dalle dimensioni abnormi.
    La paura atavica nei confronti dei ragni è dunque amplificata dalla loro smisurata e portentosa crescita.
    Ne sono esempi le creature dei film Tarantola, La vendetta del ragno nero e Krull, Ungoliant e Shelob nelle opere di Tolkien, Aragog nella saga di Harry Potter.
    Al gigantismo degli aracnidi corrisponde talvolta, secondo la specie di riferimento, quello delle ragnatele, trappole mortali o comunque ostacoli per gli stessi esseri umani.
    Storie riguardanti i ragni giganti sono attestate in Europa, Asia, Africa e Americhe.
    In una leggenda giapponese, ad esempio, Raikō e la sua banda, attirati in una caverna dall'apparizione di una bella donna, si ritrovano invischiati nella tela tessuta da un magico ragno gigante; Raikō, dopo aver pregato Shōki lo scacciademoni, si sbarazza del mostro con la spada.
    Una leggenda birmana, originatasi nella città di Pindaya (il cui simbolo, pin-gu, significa ragno), narra invece di sette principesse che facevano il bagno nel lago Boutalake e si rifugiarono in una grotta perché sorprese da una tempesta; qui furono imprigionate da un ragno gigante e poi liberate da un principe che aveva udito le loro suppliche e uccise il mostro.
    Il ragno più grande al mondo è il Ragno Golia (Theraphosa blondi), che vive in sudamerica.
    Può misurare fino a 30 cm. Nella preistoria un antenato di queste creature era un aracnide della famiglia delle tarantole, che misurava 60 cm.
    A quei tempi l'aria conteneva tre volte la quantità di ossigeno attuale, e questo è il motivo per cui, pur avendo un sistema di respirazione passivo riuscivano a raggiungere dimensioni tanto considerevoli.
    Questo ragno ha una particolare peluria sul dorso, che nel momento di pericolo l'animale lancia come se fossero proiettili grattandosi con le zampe posteriori, e questi una volta arrivati all'animale colpito provocano una forte irritazione.
    Metamorfosi da uomo a ragno: la punizione divina

    Forse il mito più famoso concernete la trasformazione da uomo a ragno da parte di una divinità è quello della sventurata Aracne, figlia di Idmone, che osò sfidare la dea Atena ad una gara di tessitura, vincendola.
    La dea, adirata, trasformò Aracne in un ragno, condannandola a tessere tele per tutta la vita.

    aracnedore


    Il mito, ripreso in numerose opere d'arte e letterarie, appare anche nella Divina Commedia dantesca:

    « O folle Aragne, sì vedea io te
    già mezza ragna, trista in su li stracci
    de l'opera che mal per te si fé. »
    (Purgatorio, Canto XII, 43-45)



    Il ragno scenografico o d'ambientazione:

    Spesso per i suoi tratti caratteristici negativi (reali o supposti), il ragno è in grado di evocare un'atmosfera lugubre e misteriosa con la sua sola presenza.
    In questo caso, dunque, non ha un valore morale o narrativo né è un vero e proprio personaggio, come avviene nei miti, nei racconti popolari e nelle fiabe; è invece un semplice elemento scenografico.
    Per tale motivo, il ragno è un topos letterario e cinematografico molto usato, a volte in modo originale, altre in modo logoro e stereotipato.
    Nell'horror, ma non solo, è una presenza fissa in castelli, cripte, sotterranei e in genere luoghi abbandonati (e in quanto tali ricoperti di ragnatele).
    Tra i vari usi, particolarmente singolare è quello reinventato da Peter Jackson nel film Creature del cielo, dove un enorme ragno stilizzato (di cui sono abbozzati il corpo arancione e quattro zampe) compare sulla parete interna di un castello di sabbia, quasi fosse un trofeo.
    Anche uno dei maestri dell'horror, Stephen King, ha utilizzato questa creatura per "decorare" la sua casa vittoriana invernale nel Maine (al 49 Florida Avenue a Bangor): il cancello esterno è infatti arabescato con ragni, ragnatele e due pipistrelli in ferro battuto.

    Fonte: http://it.wikipedia.org
     
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