Stigmate

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    Le stigmate (grafia più moderna: stimmate; grafia antiquata: stimate) (dal greco στίγμα , stigma, che significa marchio) sono le piaghe nelle mani, nei piedi e nel costato di Cristo, od una riproduzione, temporanea o permanente, completa o parziale, delle piaghe di Cristo (o di altre conseguenze della Passione).
    Il termine ha origine dalla Lettera ai Galati di S. Paolo:
    « D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo. » (Galati 6,17)
    La Chiesa riconosce il fenomeno, ma non lo propone a credere con sentenza dogmatica o dottrinale.

    Introduzione al fenomeno - Origine biblica

    Le prime descrizioni delle ferite del Cristo sarebbero presenti, secondo l'interpretazione della Chiesa, già in testi dell'Antico Testamento: nella sezione più antica del Libro dei Salmi, e nei libri dei profeti Isaia e Zaccaria:
    « hanno forato le mie mani e i miei piedi » (Salmi 21,17)

    « Dalla pianta dei piedi alla testa non c'è in esso una parte illesa, ma ferite e lividure e piaghe aperte, che non sono state ripulite, né fasciate, né curate con olio. » (Isaia 1,6)

    « Egli è stato trafitto per i nostri delitti...per le sue piaghe noi siamo stati guariti. » (Isaia 53,5)

    « guarderanno a colui che hanno trafitto » (Zaccaria 12,10)

    Un'importante indicazione sulla testimonianza delle stigmate proviene dal Vangelo di Giovanni, nel brano in cui si narra dell'incredulità di San Tommaso:
    « Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». » (Giovanni 20,25)

    A questa domanda Gesù risponde in modo inequivocabile:
    « Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». » (Giovanni 20,27)

    Caratteristiche delle stigmate

    I casi noti di stigmatizzati mostrano spesso le cinque Sante Piaghe inflitte a Gesù, secondo i Vangeli, durante la Crocifissione: mani e piedi forati, costato trapassato.
    Alcuni presunti stigmatizzati mostrano anche ferite sul capo simili a quelle causate dalla corona di spine, come S. Rita da Cascia.
    Altre stigmate riportate includono lacrime o sudore di sangue (riferimento a Lc 22,44), e ferite sulla schiena come da flagellazione.
    Sono ricordati nella letteratura dei rari casi di stigmate luminose, come ad esempio quelle di S. Caterina de' Ricci, ma anche casi di stigmate invisibili, come quelle di S. Maria Faustina Kowalska.
    Si riportano anche casi di stigmate divenute invisibili a seguito di una espressa preghiera dello stigmatizzato.
    Le stigmate mostrano un sanguinamento ricorrente, a tratti assente, spesso presente nel ricevere l'Eucaristia.
    Le ferite visibili restano fresche e senza infettarsi per lunghi periodi di tempo. In alcuni casi, il sangue emana un profumo noto come "odore di santità".
    Le stigmate sono spesso accompagnate anche da estasi mistica, in particolare fra il giovedì ed il venerdì pomeriggio.

    Sospetti e riconoscimenti

    Sebbene tale fenomenologia segni profondamente la dottrina cristiana, permangono a tutt'oggi molti dubbi, non ancora spiegati, sulla loro genesi.
    Dalle prime manifestazioni ascritte a San Francesco d'Assisi, l'interpretazione di tali manifestazioni, ritenute come la trasposizione sulla carne delle ferite inferte a Gesù Cristo sulla croce, è sempre vissuta nel contrasto tra la venerazione e l'accusa di superstizione. Molti presunti stigmatizzati hanno sperimentato forti sospetti ed isolamento, sottoposti ad un controllo attento.
    La Chiesa cattolica non si è mai pronunciata definitivamente di fronte a queste manifestazioni limitandosi ad indagare singolarmente i soggetti che se ne dicevano portatori.[senza fonte] Padre Agostino Gemelli, presidente dal 1937 al 1959 della Pontificia Accademia delle Scienze, asserì, nel contesto dei suoi attacchi a padre Pio, che San Francesco d'Assisi doveva essere considerato il solo stigmatizzato della storia cristiana, ovvero il solo in cui si potesse dimostrare un'origine divina di tali manifestazioni, pur non avendo alcuna prova scientifica.
    Tuttavia, al giorno d'oggi la Chiesa riconosce apertamente vari stigmatizzati.

    Casi specifici

    La storia odierna, ed in particolar modo quella religiosa, ci presenta, nel corso dei secoli scorsi, numerosi soggetti ai quali sarebbe stato fatto dono delle stigmate.
    Esse sono primariamente associate alla Chiesa cattolica, poiché molti presunti stigmatizzati sono membri di ordini religiosi cattolici.
    Inoltre, studi recenti stimano che oltre l'80% dei presunti stigmatizzati sono donne.

    San Paolo

    Il primo ad usare questo termine per simboleggiare la sua appartenenza a Gesù fu s. Paolo nella Lettera ai Galati.
    Nella stessa lettera, l'apostolo afferma:
    « Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me » (Galati 2,20)
    Tuttavia si considera che le stigmate di s. Paolo siano in particolare i molti segni ricevuti dalle mani dell'uomo durante i suoi viaggi:
    « Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i trentanove colpi; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. » (2 Corinzi 11,25)

    San Francesco d'Assisi

    Per la storiografia religiosa ufficiale il primo uomo a manifestare questi segni viene considerato San Francesco d'Assisi.
    Secondo le agiografie, il 17 settembre 1224, due anni prima della morte, mentre si trovava a pregare sul monte della Verna (luogo su cui in futuro sorgerà l'omonimo santuario), Francesco avrebbe avuto una visione, al termine della quale gli sarebbero comparse le stigmate: «sulle mani e sui piedi presenta delle ferite e delle escrescenze carnose, che ricordano dei chiodi e dai quali sanguina spesso».
    Tali agiografie raccontano inoltre che sul fianco destro aveva una ferita, come quella di un colpo di lancia.
    Fino alla sua morte, comunque, Francesco cercò sempre di tenere nascoste queste sue ferite.

    Santa Caterina da Siena

    La santa e Dottore della Chiesa ricevette le stigmate nella Chiesa di Santa Cristina (Pisa), il 1° aprile 1375, ma esse divennero visibili solo al momento della sua morte.
    Ben trentaquattro Papi studiarono le stigmate della santa, ed esse causarono una disputa fra i francescani ed i domenicani, poiché papa Pio II le menzionò chiaramente nella bolla di canonizzazione del 1461, ma papa Sisto IV, francescano, non volle riconoscerle. Infine, nel 1630, papa Urbano VIII confermò la validità delle stigmate di S. Caterina, e papa Benedetto XIII istituì la sua festa liturgica il 1° aprile proprio per ricordare tale evento.

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    San Padre Pio

    Un caso moderno di stigmatizzazione è quello dei segni portati sul corpo di padre Pio da Pietrelcina, che secondo i resoconti delle biografie, nella sua vita avrebbe avuto diverse visioni del Cristo, che lo avrebbero poi "benedetto" con la comparsa di questi segni, benché negli anni prima della morte le stigmate di Padre Pio fossero scomparse.
    Il processo canonico, per la Chiesa, ha sancito definitivamente che le stimmate di padre Pio non avrebbero origine umana, e dunque sarebbero frutto dell'intervento di forze soprannaturali, sebbene padre Agostino Gemelli, senza mai visitare padre Pio, le avesse definite "derivanti da autosuggestione".
    Secondo quanto riportato dallo scrittore Sergio Luzzatto, esistono testimonianze che indicherebbero come il frate "aiutasse" la permanenza di tali segni attraverso l'utilizzo di acido fenico, sebbene altri dottori che sí hanno esaminato padre Pio, come Luigi Romanelli (15-16 maggio 1919) e Giorgio Festa (28 ottobre 1919), hanno affermato che le lesioni non erano superficiali, che non vi era edema o reazione infiammatoria nei tessuti circostanti, e che non erano né prodotto di un traumatismo di origine esterna, né sono dovute all’applicazione di sostanze chimiche potentemente irritanti.
    Nel 2009 il professor Ezio Fulcheri, docente di anatomia patologica all’università di Genova, dichiarerà che, secondo la scienza, non esistono sostanze in grado di tenere aperte le ferite per cinquant’anni, impedendone la naturale evoluzione, senza complicazioni, senza conseguenze per i muscoli, i nervi, i tendini: "Le dita del frate stimmatizzato erano sempre affusolate, rosee e pulite: con ferite che trapassavano il palmo e sbucavano sul dorso della mano, avrebbe dovuto avere le dita gonfie, tumefatte, rosse, e con un’importante impotenza funzionale".
    Le "stigmate" di padre Pio non includevano solamente le cinque ferite, ma anche, secondo le testimonianze, segni della flagellazione e segni della coronazione di spine, a volte invisibili, così come la transverberazione del petto.
    Fonte: http://it.wikipedia.org
     
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    Te pensa che per qualche strana ragione (le vie del signore sono infinite davvero) mi sono ritrovato a parlare delle stigmate di San Francesco con il ragioniere della mia ditta, il quale pur avendo la fama di uomo di chiesa (bigotto magari che e' piu' calzante), mi disse (contro la mia opinione) che San Francesco le stigmate non le aveva.
     
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    CITAZIONE (UmanoErrare @ 12/4/2012, 13:42) 
    Te pensa che per qualche strana ragione (le vie del signore sono infinite davvero) mi sono ritrovato a parlare delle stigmate di San Francesco con il ragioniere della mia ditta, il quale pur avendo la fama di uomo di chiesa (bigotto magari che e' piu' calzante), mi disse (contro la mia opinione) che San Francesco le stigmate non le aveva.

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