Elaborazione di un Lutto

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. †Faith†
     
    .

    User deleted


    Il Lutto


    Il lutto è il sentimento di intenso dolore che si prova per la perdita, in genere, di una persona cara.
    Il costrutto teorico di lutto presenta rilievi di notevole rilevanza sia in ambito psicologico antropologico.

    Elaborazione del lutto

    L'"elaborazione del lutto" consiste nel lavoro di rielaborazione emotiva dei significati, dei vissuti e dei processi sociali legati alla perdita dell'"oggetto relazionale", ovvero della persona (parente o amico) con la quale si era sviluppato un legame affettivo significativo, interrotto dal decesso della stessa.

    Il processo di elaborazione del lutto, in base all'intensità del legame affettivo interrotto, dalle sue modalità, e da diversi fattori protettivi o di rischio, può essere di durata e complessità variabile. Solitamente, nella sua fase acuta, viene completato entro 6-12 o anche 24 mesi in caso di perdite di figure relazionali primarie (genitori, figli, partner), anche se non sono infrequenti possibili sequele per periodi successivi; si deve comunque tenere conto che il processo di elaborazione è fortemente soggettivo, e può durare per tempi assai variabili in base a fattori personali e situazionali.
    La psichiatra svizzera Elisabeth Kübler Ross viene considerata la fondatrice dell'approccio psicotanatologico all'elaborazione del lutto con il suo modello a 5 fasi.

    Le cinque fasi della elaborazione del lutto

    Il suo modello a cinque fasi, elaborato nel 1970, rappresenta uno strumento che permette di capire le dinamiche mentali più frequenti della persona a cui è stata diagnosticata una malattia terminale, ma gli psicoterapeuti hanno constatato che esso è valido anche ogni volta che ci sia da elaborare un lutto solo affettivo e/o ideologico.
    Da sottolineare che si tratta di un modello a fasi, e non a stadi, per cui le fasi possono anche alternarsi, presentarsi più volte nel corso del tempo, con diversa intensità, e senza un preciso ordine, dato che le emozioni non seguono regole particolari, ma anzi come si manifestano, così svaniscono, magari miste e sovrapposte.
    Fase della negazione o del rifiuto: “Ma è sicuro, dottore, che le analisi sono fatte bene?”, “Non è possibile, si sbaglia!”, “Non ci posso credere” sono le parole più frequenti di fronte alla diagnosi di una patologia organica grave; questa fase è caratterizzata dal fatto che il paziente, usando come meccanismo di difesa il rigetto dell'esame di realtà, ritiene impossibile di avere proprio quella malattia.
    Molto probabilmente il processo di rifiuto psicotico della verità circa il proprio stato di salute può essere funzionale al malato per proteggerlo da un’eccessiva ansia di morte e per prendersi il tempo necessario per organizzarsi.
    Con il progredire della malattia tale difesa diventa sempre più debole, a meno che non s’irrigidisca raggiungendo livelli ancor più psicopatologici.
    Fase della rabbia: dopo la negazione iniziano a manifestarsi emozioni forti quali rabbia e paura, che esplodono in tutte le direzioni, investendo i familiari, il personale ospedaliero, Dio. La frase più frequente è “perché proprio a me?”.
    È una fase molto delicata dell’iter psicologico e relazionale del paziente. Rappresenta un momento critico che può essere sia il momento di massima richiesta di aiuto, ma anche il momento del rifiuto, della chiusura e del ritiro in sé.
    Fase della contrattazione o del patteggiamento: in questa fase la persona inizia a verificare cosa è in grado di fare, ed in quale progetti può investire la speranza, iniziando una specie di negoziato, che a seconda dei valori personali, può essere instaurato sia con le persone che costituiscono la sfera relazione del paziente, sia con le figure religiose. “se prendo le medicine, crede che potrò vivere fino a…”, “se guarisco, farò…”.
    In questa fase, la persona riprende il controllo della propria vita, e cerca di riparare il riparabile.
    Fase della depressione: rappresenta un momento nel quale il paziente inizia a prendere consapevolezza delle perdite che sta subendo o che sta per subire e di solito si manifesta quando la malattia progredisce ed il livello di sofferenza aumenta.
    Questa fase viene distinta in due tipi di depressione: una reattiva ed una preparatoria. La depressione reattiva è conseguente alla presa di coscienza di quanti aspetti della propria identità, della propria immagine corporea, del proprio potere decisionale e delle proprie relazioni sociali, sono andati persi.
    La depressione preparatoria ha un aspetto anticipatorio rispetto alle perdite che si stanno per subire. In questa fase della malattia la persona non può più negare la sua condizione di salute, e inizia a prendere coscienza che la ribellione non è possibile, per cui la negazione e la rabbia vengono sostituite da un forte senso di sconfitta.
    Quanto maggiore è la sensazione dell’imminenza della morte, tanto più probabile è che la persona viva fasi di depressione.
    Fase dell’accettazione: quando il paziente ha avuto modo di elaborare quanto sta succedendo intorno a lui, arriva ad un’accettazione della propria condizione ed a una consapevolezza di quanto sta per accadere; durante questa fase possono sempre e comunque essere presenti livelli di rabbia e depressione, che però sono di intensità moderata.
    In questa fase il paziente tende ad essere silenzioso ed a raccogliersi, inoltre sono frequenti momenti di profonda comunicazione con i familiari e con le persone che gli sono accanto. È il momento dei saluti e della restituzione a chi è stato vicino al paziente.
    È il momento del “testamento” e della sistemazione di quanto può essere sistemato, in cui si prende cura dei propri “oggetti” (sia in senso pratico, che in senso psicoanalitico).
    La fase dell’accettazione non coincide necessariamente con lo stadio terminale della malattia o con la fase pre-morte, momenti in cui i pazienti possono comunque sperimentare diniego, ribellione o depressione.

    Lutto complicato e lutto traumatico

    Si definisce "lutto complicato" il lutto la cui elaborazione viene interrotta, profondamente rallentata o cristallizzata, per l'impossibilità sostanziale di accettare il significato emotivo della perdita relazionale; in tal caso, quello che è il disagio o il dolore emotivo (anche acuto) che accompagna normalmente ogni lutto, può ampliarsi fino ad assumere forme psicopatologiche.

    Si tratta comunque di un'evenienza piuttosto rara: non si deve infatti scambiare lo stato di pur acuta sofferenza emotiva, anche di diverse settimane o mesi di durata, che accompagna fisiologicamente ogni lutto grave, con un lutto complicato di valenza più problematica.

    Il "lutto traumatico" è il lutto che si instaura a partire da un evento critico, come un decesso imprevisto ed improvviso (come ad esempio un incidente stradale o un suicidio); anche se presenta profili di maggiore complessità rispetto al lutto "normale", non necessariamente un lutto traumatico esita in un lutto complicato; spesso è comunque alla base di un trauma psicologico.
    In situazioni di lutto complicato o lutto traumatico, può in certi casi essere utile un sostegno psicotanatologico e/o psicotraumatologico.

    La morte


    La morte è la cessazione di quelle funzioni biologiche che definiscono gli organismi viventi. Essa si riferisce sia ad un evento specifico sia ad una condizione.
    Con la morte, termina l'esistenza di un essere vivente.

    Definizione scientifica


    In ambito biologico la morte (dal latino mors) può essere definita in negativo, come la permanente cessazione di tutte le funzioni vitali dell'essere vivente, cioè dell'organismo vivente: la fine della vita.
    Ma determinare quando una permanente cessazione di tutte le funzioni vitali sia avvenuta, non è semplice, poiché la vita, e di conseguenza la morte, è fenomeno emergente da una struttura che è l'organismo stesso.
    Per spiegare la situazione con un esempio, comprensibile e riferibile ad un animale superiore, ci sono modalità di morte cerebrale che precedono la cessazione del battito cardiaco, che a cascata precede tutta una serie di arresti di processi biochimici conducenti alla morte (apoptosi o necrosi) cellulare di tutte le singole cellule costituenti l'organismo.
    La definizione si è evoluta nel tempo insieme ai cambiamenti culturali, religiosi e scientifici.
    La morte viene sempre considerata come un processo: con la locuzione morte biologica ci si riferisce alla conclusione di tale processo in riferimento ad un organismo vivente, ovvero alla dissoluzione dell'organismo stesso.

    Fonte: http://it.wikipedia.org
     
    .
0 replies since 27/2/2012, 16:13   6 views
  Share  
.