Gabber

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  1. †Faith†
     
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    E' una cultura giovanile di origine olandese, appassionati della musica hardcore.
    La peculiarità del genere è che non ha pressoché alcuno stereotipo nel vestiario o nell'ideologia (generalmente apolitici), ma si fonda prevalentemente su di una sorta di antitesi al modello culturale hippy.

    Storia

    La hardcore è un sottogenere della musica techno. La sua caratteristica principale è l'uso di una drum machine con un distorsore in modo tale da generare un'onda quadra con pitch decrescente.
    L’hardcore nasce a Rotterdam, e si distingue per le sonorità potenti e aggressive. L'hardcore old-school dell'inizio e la metà degli anni novanta aveva poco più di 130 battiti per minuto (bpm) ed era molto più morbida di quella attuale.
    Il ritmo della tipica musica techno-hardcore moderna parte da circa 180 bpm in avanti (salvo alcune eccezioni).

    Solitamente i gabber indossano capi d'abbigliamento come tute da ginnastica, o polo, marchiati Australian, uscita sul mercato olandese con texture e tinte sgargianti, molto in voga nell'iniziale periodo rave e appartenente maggiormente alla cultura centro-europea, e con ai piedi le Nike Air Max Classic, ma si possono trovare anche marchi come la Cavello, nato appositamente sull'ondata gabber, ed originariamente copia dell'Australian, e marche riconducibili all'abbigliamento tennistico, come: Fila, Sergio Tacchini, Pit bull, 100%­hardcore e Space trip.

    L'espandersi del mercato discografico hardcore portò alla luce i primi abiti cosiddetti Merchandise labels, ovvero veri e propri capi d'abbigliamento, come bomber, tute, t-shirt e cappellini, con segni e scritte dalle case discografiche hardcore.
    Con il passare degli anni, questo tipo di abbigliamento è penetrato radicalmente all'interno del movimento.
    Particolare proprio e caratteristico della cultura gabber del primo periodo è l'assoluta coincidenza dei costumi fra i sessi. Gli abiti ed i prodotti che vanno a definire "l'uniforme" gabber, pur appartenendo di diritto al mondo maschile, sono i medesimi, senza alcuna variazione, del mondo femminile.
    A tal punto da comprendere anche la rasatura dei capelli, completa o laterale.
    Successivamente lo stile estetico gabber è mutato, avvicinandosi molto allo stile Skinhead, classico delle curve del Nord Europa.
    Se i primi gabber nella maggior parte erano apolitici, in questa seconda fase la maggioranza si rifà a ideologie fasciste, e in alcuni casi naziste, adornando i propri abiti con spille o toppe raffiguranti simboli normalmente associati all'estrema destra.
    In questi anni insieme al classico abbigliamento gabber, vengono accostati i tipici marchi british usati nella cultura skin, come Lonsdale, Louis Vuitton, Burberry, PitBull, e alcuni gabber iniziano ad indossare anfibi Getta Grip e Dr. Martens, al posto delle solite Nike Air Max.

    A differenza del primo, nel secondo periodo, pur mantenendo invariati alcuni accessori culto, come le Classic, o la polo Fred Perry, alcune gabberine (soprannome tipicamente italiano dato alle gabber di sesso femminile) iniziano a mutare costumi, indossando la gonna da ragazza tipica delle Cheerleader, o altri indumenti appartenenti all'immaginario collettivo porno maschile, ma molto spesso utilizzano la tipica tuta australian tipica dell'abbigliamento gabber maschile.
    La capigliatura tipica delle "gabberine" è costituita fondamentalmente da una parte di capelli molto corti(dietro la nuca), con davanti una frangetta spesso tinta con vari colori.

    La musica hardcore è stata creata a Rotterdam nel 1990: i pionieri sono stati i tifosi del Feyenoord che, con le loro teste rasate, hanno fondato una moda che è poi divenuta uno stile di vita.
    Nel corso del tempo l’hardcore si è evoluta in differenti stili tra cui il genere Gabber che ha un ritmo ancora più veloce ed è meno melodico: per le sue caratteristiche quindi, come la musica Techno, l'hardcore non raccoglie molto successo se non tra i ragazzi più grintosi e aperti a nuove esperienze musicali.
    Questo movimento è approdato anche in Italia (divulgato in principio dalle discoteche bresciane uno su tutte il Number One), dove ha assunto grande importanza soprattutto negli ambienti più trasgressivi.

    I ragazzi che abbracciano questa moda si suddividono in due categoria: gli Hardcore Warriors ("Guerrieri Hardcore") e i “Gabbers”, entrambi nel modo di vestirsi si attengono ad un preciso modello: tute fluorescenti, capelli acconciati con spuntoni e creste multicolori, borchie, zeppe e altri accessori e componenti estetiche riprese dallo stile Punk per i primi, bomber, maglie, felpe e pantaloni a basso prezzo, scarpe da ginnastica griffate (Nike Air Max), testa rasata, cappellino, orecchini e piercing a piacere (invenzione italiana) per i secondi; la linea “Lonsdale London” è la più gettonata, seguono non meno preferite le firme “Terror Corps”, “Space Trip” e “Australian” per la loro abordabilità, essendo generalmente i ragazzi "gabber" appartenti a classi sociali piuttosto disagiati.

    Due volte l’anno (spesso verso novembre e giugno) il popolo hardcore italiano ha l’occasione di riunirsi all'”Hardcore Nation”, dove è possibile incontrare i “fratelli gabber”.
    Come attraverso la musica, anche attraverso l’abbigliamento il movimento esprime quell’aggressività che non riesce a trovare sfogo nella società; e forse è per questo motivo che si è diffusa la leggenda secondo cui i membri del popolo hardcore sono esclusivamente di genere maschile.
    Purtroppo, fra i Guerrieri, si nascondono anche appartenenti a frange politiche di orientamento nazista che non fanno assolutamente onore al movimento; tuttavia con questo non si vuole individuare nella figura del gabber un pericolo per la comunità.

    In Italia

    In Italia la moda Gabber è sempre stata abbastanza malleabile alle mode subalterne dei teenager, ed oltre agli stili sopraelencati si assiste a fenomeni mutevoli a seconda della zona del paese.
    Comunque la comunità italiana si distingue per aver introdotto marchi quali Oxbow, Kappa, e la famosa tuta acetata dell'Adidas a tre strisce.
    Nascono quindi mode nelle mode differenti, come a Roma, dove alcuni gabber fanno rientrare nell'"uniforme gabber" anche zaini di piccole misure, di varie marche come nike, adidas o lonsdale. Nell'Italia settentrionale nel 1999/2000 nasce la moda, ormai oggi utilizzata ovunque, del "cappellino tirato su"; prima dovuto alla testa rasata che facendo "pressione" sul cappello incastrava il tessuto in una posa alzata, poi divenuto un vero e proprio must per tutto il movimento.

    Tipicamente italiana è anche la moda dei piercing, cosa invece non rispecchiabile nel resto d'Europa, dove l'utilizzo di tali accessori non è considerata come parte caratterizzante del movimento, bensì è vista come una scelta personale.
    Un fenomeno collegato al movimento, riguarda i cosiddetti hardcore Warriors, nati tra i frequentatori abituali della discoteca bresciana "Number One", ben prima dell'arrivo della "cultura gabber" in Italia.

    Questo movimento pur accostandosi a quest'ultimi nell'ascolto di musica hardcore (anche se orientati a suoni ritmi più ossessivi, come l'Industrial hardcore o la Speedcore), differisce radicalmente per quanto riguarda l'abbigliamento e il modo di ballare.
    Gli Hardcore Warrios utilizzavano abiti molto appariscenti, come tute aderenti e fluorescenti, guanti in pelle, scarpe Buffalo (un particolare modello di scarpe a zeppa), e variegati accessori, oltre a caratterizzarsi per un look fatto di creste multicolori e multiforma (stile street punk), e la faccia dipinta da vari disegni, oltre al pogo (ereditato da altre culture giovanili) utilizzato come "ballo".

    buffalo

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    Ho amato queste scarpe e devo ammettere, che mi hanno accompagnata per tutta l'adolescenza :wub:


    Negli ultimi anni, con il crescere di popolarità del mondo gabber, sempre più ragazzi decidono di abbracciare questo stile di vita, facendo nascere alcune distinzioni interne, che vedono contrapposti i "più anziani", e i neofiti, o più semplicemente i giovani ragazzini che si vestono ed atteggiano a gabber, spesso bollati come fuffa (espressione usata nel Nord Italia), o come Zwabber, in italiano tradotto in Radazza (modello di scopa), a sottolineare il disprezzo per coloro che (a detta loro) sono privi delle basi culturali del movimento.

    Nascita e luoghi comuni


    Al contrario di quanto si possa pensare, a causa di una forte diffusione di notizie errate, la musica hardcore non nasce in Olanda, bensì in Germania.
    Il primo brano hardcore caratteristico è inciso nel 1989 e pubblicato nel 1990. La traccia si chiama We Have Arrived e uscì nel vinile Reflections Of 2017.
    L'autore è Marc Trauner, il cui nome d'arte era Mescalinum United, il disco usci nella label "Planet Core Productions" nel 1991. Mescalinum United insieme a The Mover pubblicò una nuova versione dove nel primo lato si trova la traccia We Have Arrived e nel secondo lato Nightflight (Non-Stop To Kaos) di The Mover nella label "Industrial Strength Records" . "We have arrived", è sicuramente la traccia più significativa per lo sviluppo della musica hardcore in tutto il mondo.

    La musica hardcore si sviluppa nei paesi del Benelux, grazie alla fama della techno belga e della casa discografica R&S sulla quale si individua l'evoluzione del suono techno in risposta all'underground resistance di Detroit ed il classico suono Detroit-techno.
    Su R&S è stato stampato il primo disco hardcore-techno classificato per stile e genere: Second Phase – Mentasm (synth e cassa Roland TR-909), ma ancora prima di Mentasm un grande classico si era diffuso per tutti i rave party europei, Dominator degli Human Resource; le sonorità erano ancora molto legate all'acid-techno, ma le varie sperimentazioni con i nuovi macchinari a disposizione portarono i produttori ad addentrarsi in diverse sfaccettature del suono.
    Un vero e proprio stile predominante non si era ancora venuto a creare, c'erano diverse realtà dislocate tra di loro: Marc Acardipane e la PCP a Francoforte, Spiral Tribe e il movimento crusty-tekno in Inghilterra, l'Industrial Strenght di Lenny Dee a New York, la Rotterdam Records a Rotterdam; queste sono le 4 realtà predominanti, ma non le uniche.
    La traccia We Have Arrived (1991) di Marc Acardipane (Mescalinum United) stampata su diverse etichette, tra le quali Dance xtc 2001, R&S ed Industrial strenght, è sicuramente la traccia più significativa per lo sviluppo della musica hardcore non solo nei Paesi Bassi, ma anche nel resto del mondo.
    La prima hardcore era diffusa da piccole radio pirata che trasmettevano i pochi dischi in commercio; tra questi ricordiamo in particolare il Dj Paul Elstak, considerato uno dei padri della hardcore e tuttora attivo nell'ambiente.
    La prima traccia hardcore olandese è Poing (1992) dei Rotterdam Termination Source, una delle prime hit-hardcore a livello europeo, caratterizzata da un effetto digitale di rimbalzo di "boing".
    Il negozio di dischi Midtown, nel quartiere Nieuwe Binnenweg di Rotterdam, è stato uno dei primi negozi di dischi della musica hardcore.
    Da qui in poi il suono olandese ha sviluppato e si è evoluto in diversi generi e sottogeneri.
    Rotterdam era in contrapposizione alla scena house-acid-mellow di Amsterdam.
    Successivamente anche Amsterdam e un po' tutta l'Olanda viene invasa dall'hardcore-techno; riprendendo l'estetica degli hooligan del Feyenoord, nasce un vero e proprio movimento raver classificato come gabber (che in olandese-yiddish significa "amico").

    L'organizzazione commerciale ID&T aiutò molto a rendere questo genere di musica popolare, organizzando party e vendendo merchandising.
    Il movimento gabber e la musica hardcore in Olanda hanno il maggior sviluppo nel 1996, dove il 25% della popolazione giovanile si classificava come gabber: all'epoca c'erano diverse fanzine (thunder-megazine, strobe...) e diversi programmi televisivi (hakkkkke tv, presentato da mc DROKZ, BOUNZE, presentato da Charly Lownoise e Mental Theo...).

    Dopo questo periodo caratterizzato da brani abbastanza veloci (180 bpm), con cassa ampollosa e tipica della roland 909 e synth happy, nel periodo fine 97-99 viene a nascere, in maniera prima nascosta e poi predominante, una nuova scuola ed un nuovo stile più lento, con bassi distorti ed effetti filtrati; venne chiamato New Style (o Nu Style) e New Skool.
    Parecchi fan di vecchia data odiarono il New Style e le discoteche dove veniva suonata.
    Questa rivalità all'Hardcore New Style è per certi versi simile alla rivalità che si era venuta a creare precedentemente tra l'hardcore "regolare" e l'happy hardcore.
    I due stili più o meno si sono avvicinati; e la maggior parte dell'hardcore oggi è prodotta con un BPM che varia dai 160-190 BPM. È tipicamente un po' più lenta dello stile creato a Rotterdam nella metà degli anni '90, e in qualche modo più veloce di molte tracce New Style (230-260 BPM). By Wikipedia

    In Olanda nei primi anni l'hardcore era diffusa da piccole radio pirata che trasmettevano i pochi dischi in commercio. Il primo disco hardcore Dutch fu rilasciato dalla Rotterdam Records nel 1992 il disco si chiama Amsterdam Waar Lech Dat Dan? degli Euromasters; in questo gruppo era composto da due volti importanti della scena hardcore dutch, Paul Elstak e Rob Fabrie. Tra questi ricordiamo in particolare il dj Paul Elstak, considerato uno dei padri della hardcore e tuttora attivo nell'ambiente.
    Questo disco e la prova della contrapposizione che c'era ed è tuttora oggi tra Rotterdam e Amsterdam.
    Nella copertina del vinile è illustrata a destra "strega Euromast", l'alta torre di Rotterdam che urina su Amsterdam, questo simbolo è stato utilizzato come logo del Parkzicht (il famoso club di Rotterdam dove è stata proposta per la prima volta la musica hardcore in Olanda).
    Nel 1992 dalla Roterdam Records fu anche rilasciato il disco Poing dei Rotterdam Termination Source, una delle prime hit-hardcore a livello europeo, caratterizzata da un effetto digitale di rimbalzo di "boing".

    Aspetto (abbigliamento)


    Lo stile estetico gabber nasce da una mixture tra lo stile ultras-hooligans dei sobborghi di Rotterdam, moda rave e abbigliamento sportivo.
    Le caratteristiche predominanti dell'originale look gabber erano/sono la testa rasata, o nelle varianti a spazzola o lati della testa rasati con capelli ingellati all'indietro (tipico della zona di Rotterdam).
    Primo periodo (94-97): Solitamente i gabber indossano capi d'abbigliamento, come tute da ginnastica, o polo, marchiati Australian, uscita sul mercato olandese con texture e tinte sgargianti, molto in voga nell'iniziale periodo rave e appartenente maggiormente alla cultura centro-europea, e con ai piedi le Nike Air Max IV , uscite nel mercato nel 91 nei modelli Classics e BW.In Olanda viene utilizzato come marchio alternativo all'Australian la Cavello un marchio Olandese, utilizzato dai Gabber nel periodo di scarsa reperibilità dell'Australian (nel 96)e alcuni anche indossando il "Bomber" giubbotto tipicamente usato anche dagli "Skinheads".
    La comunità italiana si distinse per aver introdotto marchi quali Oxbow, Kappa, e la famosa tuta acetata dell'Adidas a tre strisce.
    L'espandersi del mercato discografico hardcore portò alla luce i primi abiti cosiddetti Merchandise labels, ovvero veri e propri capi d'abbigliamento, come bomber, tute, t-shirt e cappellini, con segni e scritte dalle case discografiche hardcore.
    Con il passare degli anni, questo tipo di abbigliamento è penetrato radicalmente all'interno del movimento.
    Particolare proprio e caratteristico della cultura gabber del primo periodo è l'assoluta coincidenza dei costumi fra i sessi. Gli abiti ed i prodotti che vanno a definire "l'uniforme" gabber, pur appartenendo di diritto al mondo maschile, sono i medesimi, senza alcuna variazione, del mondo femminile.
    A tal punto da comprendere anche la rasatura dei capelli, completa o laterale.

    Secondo periodo (98-02): Lo stile estetico gabber muta, nel 1998 in Olanda i Gabber escono fuori di scena e rimasero solo gli Hooligans che presero da lì in poi il nome Gabber-Holligans.
    Con questi subentrò lo stile Skinhead, classico delle curve del Nord Europa. Se i primi gabber nella maggior parte erano apolitici, in questa seconda fase la maggioranza si rifà a ideologie fasciste, e in alcuni casi naziste, adornando i propri abiti con spille o toppe raffiguranti simboli normalmente associati all'estrema destra.
    In questi anni insieme al classico abbigliamento gabber, vengono accostati i tipici marchi british usati nella cultura skin, come Lonsdale, Fred Perry, Ben Sherman, PitBull, e alcuni gabber iniziano ad indossare anfibi Getta Grip e Dr. Martens, al posto delle solite Nike Air Max.
    A differenza del primo, nel secondo periodo, pur mantenendo invariati alcuni accessori culto, come le Classic, o la polo Fred Perry, alcune gabberine (soprannome tipicamente italiano dato alle gabber di sesso femminile) iniziano a mutare costumi, indossando la gonna da ragazza tipica delle Cheerleader, o altri indumenti appartenenti all'immaginario collettivo porno maschile.

    In Italia

    In Italia la moda Gabber è sempre stata abbastanza malleabile alle mode subalterne dei teenager, ed oltre agli stili sopraelencati si assiste a fenomeni mutevoli a seconda della zona del paese.
    Nascono quindi mode nelle mode differenti, come a Roma, dove alcuni gabber fanno rientrare nell'"uniforme gabber" anche zaini di piccole misure, di varie marche come Nike, Adidas o Lonsdale. Nell'Italia settentrionale nel 1999/2000 nasce la moda, ormai oggi utilizzata ovunque, del "cappellino tirato su" con poco più della metà costituita da una rete; prima dovuto alla testa rasata che facendo "pressione" sul cappello incastrava il tessuto in una posa alzata, poi divenuto un vero e proprio must per tutto il movimento la cui principale marca usata era la Traxtorm.
    Tipicamente italiana è anche la moda dei piercing, cosa invece non rispecchiabile nel resto d'Europa, dove l'utilizzo di tali accessori non è considerata come parte caratterizzante del movimento, ma è vista come una scelta personale.
    Un fenomeno collegato al movimento, riguarda i cosiddetti Hardcore Warriors, nati tra i frequentatori abituali della discoteca bresciana "Number One", ben prima dell'arrivo della cultura gabber in Italia.
    Questo movimento pur accostandosi a quest'ultimi nell'ascolto di musica hardcore (anche se orientati a suoni ritmi più ossessivi, come l'Industrial Hardcore o la Speedcore), differisce radicalmente per quanto riguarda l'abbigliamento e il modo di ballare.
    Gli Hardcore Warrios utilizzavano abiti molto appariscenti, come tute aderenti e fluorescenti, guanti in pelle, scarpe Buffalo (un particolare modello di scarpe a zeppa), e variegati accessori, oltre a caratterizzarsi per un look fatto di creste multicolori e multiforma (stile street punk), e la faccia dipinta da vari disegni, oltre al pogo (ereditato da altre culture giovanili) utilizzato come "ballo".
    Negli ultimi anni, con il crescere di popolarità del mondo gabber, sempre più ragazzi decidono di abbracciare questo stile di vita, facendo nascere alcune distinzioni interne, che vedono contrapposti i "più anziani", e i neofiti, o più semplicemente i giovani ragazzini che si vestono ed atteggiano a gabber, spesso bollati come fuffa (espressione usata nel Nord Italia), o come Zwabber, in italiano tradotto in Radazza (modello di scopa), a sottolineare il disprezzo per coloro che (a detta loro) sono privi delle basi culturali del movimento.

    Ideologia

    Il movimento in sé è apolitico: spesso (soprattutto a party internazionali) si possono vedere gabber che indossano toppe con la bandiera della propria nazione sui loro bomber, per indicare la propria provenienza ed il senso di appartenenza, ma questo patriottismo non sempre cela dietro di sé sentimenti razzisti, raramente infatti, artisti gabber di minoranza incitano apertamente all'antirazzismo durante i loro pezzi.
    Per precauzione in alcuni paesi (ad esempio l'Olanda) all'entrata della maggior parte dei rave ufficiali, ogni partecipante viene perquisito e privato di qualsiasi indumento recante messaggi politici o etnici (spille o magliette con riferimenti politici, bandiere, magliette di squadre calcistiche etc.), per evitare risse.
    Del tutto particolare si può definire da un punto di vista antropologico, l'interpretazione gabber al dilagante consumismo degli anni di massimo sviluppo.
    La scelta consapevole ai proprio bisogni, i quali nascono dalle necessità dovuto al ballo, di determinati prodotti, limitano di fatto il consumo e annullano il senso di status proprio del consumismo di fine anni novanta.
    Attraverso i prodotti scelti dalla comunità, il gabber comunica la propria appartenenza, su un piano di totale uguaglianza rispetto al prossimo.
    I simboli delle marche scelte, fino anche e soprattutto ai modelli, esulano dal loro valore di mercato per essere all'interno del gruppo simboli di appartenenza gregale paritaria.
    Un esempio su tutti è la scelta del modello di scarpa Nike Air Max IV, meglio conosciute come Classic, che nonostante le notevoli influenze, e i sempre nuovi modelli proposti dell'industria americana, fu sempre il modello prescelto dalla comunità gabber né gli influssi del consumismo riuscirono mai a soppiantarla.

    Gli oggetti di largo consumo, anche se ad una prima interpretazione possono appartenere a quella che viene normalmente definita una società consumistica, vengono completamente stravolti di significato dalla fruizione della cultura gabber.
    Gli oggetti vengono scelti, non subiti, e risemantizzati a logiche interne e non di mercato.
    La scelta di oggetti di riferimento base, fa sì che non se ne creino altri più complessi, e che i bisogni da soddisfare siano minima per espletare l'appartenenza.
    Altro punto che definisce la transnazionalità del movimento è lo stile di ballo adottato uniformemente attraverso le varie nazionalità.
    Il doppio passo incrociato (hakken) è il passo base del ballerino gabber.
    Alle sue interpretazioni, alla pulizia di movimento, e alla tempistica di esecuzione si deve poi l'estro del singolo.
    Il ballo gabber è secco e pulito, machista e individualista, utilizza tutte le articolazioni per determinare in modo preciso il tempo utilizzando gli arti inferiori per le casse primarie, e le articolazioni superiori per i tempi secondari sovratraccia.
    Di qui l'odio dei puristi per il jump style.
    Il senso comune tende ancora oggi a confondere " rave illegali" o "i rave" in genere, come manifestazione della cultura gabber; forse l'errore più grossolano che un profano possa commettere, essendo questa come detto un movimento ben determinato con esponenti e modalità d'incontro ufficiali e ben definite.
    È invece indubbio l'influsso della gabber, anche solo temporalmente, sull'influenza e il successivo sviluppo di una cultura della musica elettronica autarchica anche nei segmenti della sinistra giovanile.
    Allo stesso modo, non si può dire che l'appartenenza alla subcultura gabber implichi necessariamente l'assunzione di stupefacenti quali anfetamina, in forma di speed, o ecstasy, anzi molti gabber puristi disprezzano dal profondo l'uso di droghe ed in particolar modo nelle occasioni di ballo.

    Fonte: http://it.wikipedia.org
     
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